IL NAPOLI DI CONTE: FISICITÀ SÌ, QUALITÀ MANCANTE

Lo 0-0 di Venezia conferma il deficit creativo degli azzurri

La trasferta veneziana ha solo confermato un dato evidente: al Napoli di Conte manca la qualità tecnica per fare la differenza nei momenti decisivi. Non è una novità, ma l’incapacità di superare la difesa lagunare ha evidenziato ancor più questo limite strutturale della squadra partenopea.

Il progetto tattico di Conte ha dato solidità, organizzazione e un’identità precisa al gruppo, ma non può compensare l’assenza di quegli elementi capaci di risolvere le partite con una giocata estemporanea.

Un confronto impietoso con il passato

Le differenze con la squadra scudettata sono evidenti:

  • McTominay, pur valido, non può garantire la visione e l’inventiva di Zielinski
  • Raspadori fa il possibile ma non possiede gli strappi e l’imprevedibilità di Kvaratskhelia
  • Lukaku attuale è lontano dall’esplosività di Osimhen, devastante in campo aperto e letale in area

Come nel mondo delle scoprì le nuove slot machine online di sgcasino italia dove servono combinazioni fortunate per ottenere grandi vincite, anche al Napoli manca quel “jolly” tecnico capace di sbloccare situazioni complicate.

Un Napoli costruito sulla fisicità

La squadra di Conte è stata progettata puntando sulla potenza fisica e sul ritmo, non sulla finezza tecnica. Questo spiega l’importanza capitale di Anguissa nell’equilibrio del centrocampo napoletano.

Gilmour ha fatto bene durante l’assenza del camerunense, ma non può replicare i suoi inserimenti offensivi (sei gol in stagione) o la sua capacità di dominare fisicamente il centrocampo avversario.

Questa impostazione tattica ha lasciato McTominay come unico centrocampista a inserirsi, nonostante sia ora schierato più largo per avvicinare Raspadori a Lukaku.

Il fattore Neres: l’unico vero trascinatore

Neres rappresenta l’unica vera arma di superiorità numerica in fase offensiva. È l’unico giocatore in rosa con la capacità di saltare sistematicamente l’uomo e creare la giocata dal nulla.

La sua assenza, unita a quella di Anguissa, ha privato Conte di due elementi fondamentali proprio nel momento più delicato della stagione. E sebbene siano emersi nuovi protagonisti come Raspadori, Billing, Gilmour e Okafor, nessuno può sostituire le caratteristiche uniche del brasiliano.

Così come gli appassionati possono seguire dal campo al divano gli eventi di cricket in streaming, i tifosi del Napoli in questo momento possono solo attendere il ritorno delle loro stelle dalla distanza, sperando che tornino al massimo della forma.

La pausa come opportunità di recupero

La sosta per le nazionali arriva in un momento provvidenziale per il club partenopeo. Rappresenta un’occasione per riportare in condizione Neres, unico assente nella trasferta di Venezia.

Mentre Anguissa, appena rientrato ma non ancora al top della forma, dovrà rispondere alla chiamata della sua nazionale, il brasiliano rimarrà a Castel Volturno per lavorare con lo staff tecnico. L’obiettivo è averlo almeno in panchina per la cruciale sfida contro il Milan alla ripresa.

Le nove finali per lo scudetto

Le ultime nove partite rappresentano altrettante “finali” per restare agganciati al treno scudetto. Raspadori sta certamente facendo bene, ma senza qualcuno capace di creare superiorità numerica come Neres, il Napoli rischia di rimanere prevedibile e incapace di scardinare le difese più organizzate.

Per il rush finale, Conte ha bisogno di recuperare tutti i suoi titolari, specialmente quei pochi in grado di aggiungere un tocco di qualità a una squadra costruita principalmente sulla fisicità e l’organizzazione tattica.

In un campionato dove i dettagli fanno la differenza, il Napoli non può permettersi di rinunciare a nessuno dei suoi pochi giocatori capaci di accendere la luce con una giocata improvvisa.

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